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4 COSE CHE AVREI VOLUTO SAPERE PRIMA DI 
DEDICARMI AL REIKI PROFESSIONALMENTE

 

Dopo aver praticato Reiki su me stesso  e sulle persone che conoscevo, dopo circa 4-5 anni ho finalmente deciso che era giunto il momento di condividere Reiki con il pubblico. Pur continuando a studiare e a frequentare corsi con altri Maestri Reiki ho cominciato anche ad insegnare. Ed è un fantastico viaggio che sta ancora continuando, sempre nuovo e sempre come la prima volta!
Di seguito condivido alcune sensazioni, delle cose che ho  sentito dentro di me e che ho dovuto elaborare molto bene, e che vorrei che qualcuno mi avesse detto prima, o perlomeno avvisato, prima di intraprendere questo viaggio meraviglioso che è la pratica Reiki.

 

1. Puoi Sentirti Solo

Assumere il ruolo di Operatore Reiki prima e poi Maestro Reiki professionista insieme alle sfide e alle responsabilità che lo accompagnano, a volte può farti sentire piuttosto isolato, distante energicamente dalle persone. È una sensazione strana: vuoi essere ancora più vicino alle persone, vuoi poterle aiutare con il Reiki, ma contemporaneamente  ti senti solo, hai bisogno di altro. Non ho sempre aspirato a diventare un assiduo praticante Reiki, ne a diventarne Maestro per insegnarlo ad altri, ma ho visto delinearsi questa strada piano piano, ed ho assecondato il suo flusso, la sua energia ovunque mi avesse portato a fare.
Quindi pur praticando sempre più assiduamente il Reiki in molti modi, il ruolo sembrava qualcosa in cui dovevo crescere, come un nuovo aspetto di me stesso che dovevo coltivare prima che mi sembrasse naturale. E c’è un certo senso di vulnerabilità e solitudine che può derivare da questo processo, che è inizialmente energetico.
In secondo luogo, pur riconoscendo di essere un veicolo per questa forza meravigliosa e saggia che chiamiamo Reiki, oltre a vivere le esperienze dei nostri clienti, o dei nostri allievi insieme a loro, con umile onore e gioia nel cuore, si verificava spesso che mettendo me stesso, i sentimenti, i desideri, e le aspettative da parte per essere un pulito canale per il Reiki durante una sessione e quindi mantenere lo spazio emotivo per la persona ricevente in uno spazio protetto, questo in realtà mi faceva sentire solo. Almeno mi sono sentito così qualche volta.
Solo con il tempo ho accettato che tutti hanno un proprio cammino da percorrere e le loro uniche modalità di viverlo, incluso me.

 

2. A Volte Vuoi Mollare Tutto

C’è una semplicità unica nel praticare Reiki solo su te stesso: entri in comunione nella tua pratica Reiki quotidiana con questa bellissima energia, il cui valore e importanza non devi mai spiegare, perché vedi, senti e sperimenti ogni giorno, direttamente, quanto sia sorprendente. Entri in uno stato che somiglia ad una danza privata e intima con l’energia Reiki, ed è tutto ciò che conta. E potresti ingenuamente presumere, come ho fatto io, che lavorare con il Reiki e con il pubblico sarà altrettanto semplice. Pensavo che affermarsi sarebbe stato solo questione di trovare uno spazio in cui esercitarsi e far conoscere alle persone i miei servizi. Ma ovviamente non lo era. Oltre a fare trattamenti Reiki e corsi Reiki, dovevo abituarmi non solo a “vendere” Reiki ma anche a strutturare l’intera esperienza prima e dopo un trattamento in un modo che fosse utile sia per me che per il ricevente, per non parlare di tutti gli altri aspetti che derivano dalla gestione di un’impresa. In quanto tale, anche se avevo fatto liberamente la scelta di perseguire il Reiki professionalmente, c’erano momenti in cui mi sentivo come se fossi stato spinto in un ruolo (o, più precisamente, in più ruoli) che non mi appartenevano, che erano difficili da seguire, e che non avevo neanche chiesto.
E mentirei se dicessi che non ci sono stati momenti in cui avevo voglia di mollare.

 

3. Confrontati con Parti di Te che sono Resistenti

Per me quest’era parti erano: la parte di me che trovava stressante e scomodo gestire il denaro e preferiva la relativa semplicità dell’essere al verde; la parte di me che era più propensa a proiettare il mio potere personale sugli altri piuttosto che a veicolarlo spiritualmente per la guarigione; e la parte di me che si sentiva più a suo agio e sicura rimpicciolendosi e nascondendosi piuttosto che essendo visibile, per citarne alcune.
Da allora ho imparato che nel nostro viaggio verso l’affermazione di noi stessi come Operatori Reiki e poi come Maestri Reiki, attireremo proprio il tipo di persone e situazioni che riflettono su di noi le nostre paure, insicurezze e resistenze, e proprio in questo processo e impegnandosi in esso, potremo guarire e integrare quelle parti di noi stessi. Considero proprio questo una sorta di “illuminazione spirituale”, che deve avvenire affinché si possa avverare di ricevere esattamente il tipo di persone che devono incontrarmi (e io incontrare loro), in un modo che ci nutra entrambi e ci sostenga spiritualmente.

 

4. Sii Pronto a Lasciare Andare

Una volta ordinato il disordine spirituale; una volta che le persone, i luoghi e le situazioni che avrebbero dovuto illuminare le parti di noi stessi che dovevano guarire hanno svolto il loro ruolo,  dobbiamo essere pronti a rilasciarli con Amore, Compassione e ad andare avanti. Questo a volte è più facile a dirsi che a farsi. Sicuramente lo è stato per me. Avevo dato per scontato che la mia professione avrebbe preso un corso particolare e che il mio primo posto in cui mi trovavo inizialmente fosse il luogo in cui avrei dovuto stabilirmi. In effetti, l’idea di andarmene e di andarmene da solo sembrava scoraggiante, anche se il mio spirito non si sentiva del tutto a casa lì. Ma alla fine ho onorato la spinta del mio spirito a tagliare i legami con questo mio primo posto (e zona confort) e cercare opportunità di pratica che fossero più in linea con la persona in cui mi ero evoluto; e così ho poi sempre fatto in seguito, riconoscere che avevo superato la parte di me che voleva restare piccolo e, come tale, affermare che restare aggrappato a questo posto o a queste sinergie non mi serviva. E quindi seguire sempre il Flusso, ovunque volesse portarmi.
Ed è stata sempre una delle cose più liberatorie che abbia mai fatto.

Tutto sommato ho imparato che prendere il Reiki professionalmente è in definitiva un processo di trasformazione in sé e per sé. Ti cambierà. Ti costringerà a crescere in modi che potresti non aspettarti e che non puoi prevedere. Abbraccia sempre  il cambiamento e abbi fiducia che la stessa forza che ti ha portato su questo percorso a volte duro ed impervio, ti porterà anche attraverso le parti più belle e di crescita personale del tuo viaggio.

Ti auguro sempre il meglio, ed una giornata piena di Amore e Luce!

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